21-06-2025
CABARET DU CIEL
"Electric Skyline"
(Ionisation)
Time: CD (62:09)
Rating : 7.5
Con Cabaret Du Ciel parliamo realmente di un nome storico della scena electro/experimental nazionale, fondato come progetto solista da Gian Luigi Morosin nel lontano '86, coi primi nastri risalenti all'88. Il precedente "The Breath of Infinity", pubblicato in vinile nel 2021 dalla Quindi Records, aveva interrotto un lungo silenzio del progetto, risorto attorno alle figure centrali del già citato Morosin e di Andrea Desiderà, che iniziarono il cammino comune nel lontano '89. Tale valido ritorno discografico aveva fatto segnare significativi passi in avanti, sia in termini di produzione e strutture che nella cura di suoni e dettagli, anche grazie all'assistenza di Giorgio Ricci, nome ben noto nella scena per il suo impegno nei They Die, nei redivivi Monosonik e come solista con TempleZone. Lo stesso Giorgio, oggi integrato a pieno titolo in quello che è un trio a tutti gli effetti, non aveva potuto fornire un contributo compositivo al precedente album, come invece è avvenuto col nuovo "Electric Skyline" (edito in un essenziale digifile), lavoro che fa registrare un'ulteriore svolta per l'act trevigiano. Meno sperimentale rispetto agli esordi, l'elettronica strumentale del trio mantiene contatto con un taglio cosmico/sci-fi dove anche i suoni più vintage sono impiegati con raffinatezza e buon gusto, e dove la melodia si equilibra perfettamente con l'atmosfera. Nell'ora abbondante d'ascolto, i tre edificano strutture altamente filmiche, gradevoli all'ascolto e mai solamente didascaliche nel loro esplorare l'ignoto col suono. Il passo è prevalentemente quello pacato della downtempo ("Crystal Vision", "Solarfield", "Mim"...), non senza un groove attentamente bilanciato, ma non manca spazio anche per espressioni più eteree ed atmosferiche, come l'opener "Sunset of Time" e quella "Silver Dust" che risalta per la qualità dei dettagli. Nella seconda parte dell'opera, i tre danno il meglio di sé in ampiezza, mostrando tutto il fascino del loro sound tra battiti più incisivi e trascinanti ("Coney"), groove seducenti ("The Blessing"), suggestioni etno-dub ("Golden Touch"), ariosi scenari desertici ("Desert Groove"), ammalianti pattern ancestrali ("Dheli") ed ansiogena fisicità danceable ("Darknet @scape"). Tutto questo nell'opera più completa e riuscita di un act che, con l'attuale assetto, ha tutto ciò che serve per distinguersi in un contesto sonoro dove solo chi osa ed ha una solida visione può evitare una inevitabile ridondanza.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://cabaretduciel.bandcamp.com/
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