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Recensione
13-06-2015 : NAGAMATZU
NAGAMATZU
L'ottima Zoharum, autentico faro nel vastissimo panorama delle sonorità più inusuali, sperimentali e di nicchia, non è nuova ad operazioni volte a riscoprire gemme del passato, e stavolta tocca all'act inglese Nagamatzu, formazione in cui militavano Andrew Lagowski (nome ben noto ai cultori della label polacca per la sua lunga carriera solista) e Stephen Jarvis, e che fu un trio solo in occasione della sua primissima release con Andrew Fleck ai synth e voce. Durata all'incirca un decennio, la parabola artistica del combo ha prodotto un mini e due full-length in cassetta ed un vinile 12" fra l'83 e il '91, attraverso....
 
Recensione
09-05-2015 : BELLA LUNE
BELLA LUNE
Il quarto album della band di Phoenix è anche il primo senza Kal3id, che assieme alla fascinosa singer e polistrumentista Fuchsia fondò il progetto 10 anni or sono, rivestendo al pari della stessa frontwoman il ruolo di mastermind. Rimpiazzato il suddetto per quanto concerne sia la scrittura e l'esecuzione che la stessa produzione con Hurley, il quale già faceva parte della formazione live, e trovato in Mike Jenney (Alter Der Ruine) il percussionista da studio e co-produttore ideale, l'act dell'Arizona torna a circa un anno e mezzo dal precedente e notevole "Secrets" con la nuova fatica sulla lunga distanza,....
 
Recensione
09-05-2015 : (((S)))
(((S)))
Nuovo e sorprendente lavoro per l'anonimo one-man-project (((S))), con all'attivo tre precedenti album in studio ed un EP di cover in lingua tedesca ed inglese che spaziano dalla darkwave al post-punk sino ad approdare, sempre seguendo un nostalgico percorso di revival contemporaneo di certe sonorità ottantiane, all'ultimo lavoro di tre anni fa "The Moon Is My Sun", dove il sound del misterioso act lambiva composizioni ispirate alla synth-wave di gruppi come New Order. Ironicamente definitosi 'ungoogable', che nello slang comune significa "difficilmente ricercabile su Google", (((S))) si è dimostrato sin dal....
 
Recensione
13-04-2015 : I-M-R
I-M-R
Cambia il nome ma non la sostanza per gli storici In My Rosary, passati all'acronimo I-M-R già con l'album "Letters From The Paper Garden" edito nel 2012: la band fu ricomposta proprio in quell'occasione, dopo lo smantellamento dell'anno precedente e l'uscita del leader fondatore Dirk Lakomy. La nuova line-up vede ancora sulla breccia Ralf Jesek (altra metà del duo), affiancato dai vecchi membri live Hansi Huenig, Holger Diener e Martin Von Arndt, quest'ultimo già noto col progetto Printed At Bismarck's Death e in formazione con Jesek e Lakomy nel side-project Griffin's Fall. Nato agli albori degli anni '90....
 
Recensione
31-03-2015 : INCA BABIES
INCA BABIES
Ci sono band o solisti che passano attraverso la storia della musica senza lasciare traccia non per mancanza di talento, quanto piuttosto per una collocazione errata nello spazio (leggi: paese di provenienza) o nel tempo (momento in cui realizzano i propri lavori). Gli Inca Babies sono però l'eccezione a questa regola. Provenienti dalla Manchester di metà anni '80, location perfetta per la loro wave post-punk, hanno forse sempre sofferto di un qualche complesso di inferiorità con le altre band della scena, oppure semplicemente hanno subito una certa mancanza di personalità. Fatto sta che dopo quattro studio album e....
 
Recensione
12-02-2015 : RED SUN REVIVAL
RED SUN REVIVAL
La band inglese, capitanata dall'ex Voices Of Masada Rob Leydon, aveva colpito nel segno a fine 2012 con l'album d'esordio per la afmusic "Running From The Dawn", seducendo tanto i goth-rockers quanto i seguaci della più suadente darkwave con brani carismatici ed ottimamente costruiti, col cuore rivolto agli immortali Fields Of The Nephilim (specie per le vocals dello stesso Rob) ed un approccio magari a tratti un po' accademico, ma sicuramente ricco di buone soluzioni realizzate con grande gusto, raffinatezza, padronanza dei propri notevoli mezzi e classe. Questo nuovo EP, confezionato in una spartana bustina cartonata,....
 
Recensione
12-02-2015 : THOMAS TRUAX with BRIAN VIGLIONE
THOMAS TRUAX with BRIAN VIGLIONE
Riceviamo dalla Psycho Teddy il promo-CD dell'inedito duo Truax/Viglione, dal titolo "Feelin' Bad For Dracula", anticipazione del full-lenght in uscita ad inizio 2015. Thomas Truax è un musicista eccentrico, fautore di un mix sonoro impossibile da categorizzare e già autore di 7 studio-album, nonché conosciuto per la sua abilità nel saper costruire in modo artigianale i propri strumenti. L'incontro con Viglione, ora nei Black Tape For A Blue Girl e in passato noto per il duo The Dresden Dolls, è avvenuto proprio ad un concerto di quest'ultimi, ma pare che Brian fosse già a conoscenza della....
 
Recensione
10-01-2015 : THE VICTIM'S BALL
THE VICTIM’S BALL
Prosegue con la consueta cadenza annuale l'avventura del progetto di Roberto Massaglia, vessillo italico in terra australiana che lo scorso novembre è giunto alla sesta prova sulla lunga distanza, ribadendo la propria notevole tenacia. È nuovamente la piccola ma affidabile Elysium Sounds ad occuparsi della realizzazione dell'album, confezionato anche stavolta nell'elegante formato digipack completo di libretto coi testi. "La Chimera" prosegue da dove l'act aveva lasciato, ossia dall'ossatura darkwave del precedente "Ephemeral", col suono sempre più imperniato sul pulsante basso di Roberto, a discapito....
 
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29-12-2014 : ANDREAS GROSS
ANDREAS GROSS
A due anni esatti dal precedente "Grounds Of Ashes", album che aveva risollevato le quotazioni del monicker Andreas Gross dopo lo scialbo "Autumn Inventors", la band di Colonia torna con un nuovo full-length che denota autoironia già dal titolo, che vedrebbe i Nostri abbandonare un circuito mainstream del quale non hanno ovviamente mai fatto parte. In realtà l'act, che ha ridotto all'osso la line-up passando da quintetto a trio (in passato era stato addirittura un seven-piece), è uno fra quei vari nomi della scena oscura che avrebbe delle carte da giocarsi nel panorama mainstream se solo una major vi....
 
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18-11-2014 : MACHINERY OF JOY
MACHINERY OF JOY
"On The Verge Of Sleep", primo album del combo danese Machinery Of Joy, sembra un disco di altri tempi. Pochi brani, lunghezza 'giusta' e soprattutto nessuna nota in più, nessun riempitivo, ma solo tanta concretezza. Le sette tracce che compongono il disco (uscito in realtà già da diversi mesi) rappresentano tutto quello che il gruppo voleva dire con questo lavoro: un brano in più, messo per allungare il brodo, avrebbe rovinato completamente un'opera che sorprende per forza e personalità. Nell'iniziale "Neophytes Of Love" ad esempio, dopo un canonico inizio gothic ambient, è il....
 
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