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Recensione |
09-03-2009 : J ORPHIC |
Quello di J Orphic è un nome che dovrebbe essere almeno in parte già noto ai nostri lettori, in quanto trattasi del progetto dark ambient di Jeron, gradito ospite del nostro forum. Il musicista milanese ha sviluppato sin dal 2005 il proprio solo-project, approdando ora alla realizzazione di questo primo album, stampato fisicamente in sole 51 copie e distribuito in formato free-download tramite la netlabel russa DNA-Production. Quello di J Orphic è un sound che attinge a piene mani dalla materia dark ambient, ma che ama combinarsi con suoni differenti e si completa con azzeccati ed efficaci campionamenti, soprattutto.... |
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Intervista |
02-03-2009 : AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT |
La scena musicale oscura nazionale continua a trascinarsi stancamente in attesa di quei riscontri di pubblico che, per motivi dei quali abbiamo parlato sino alla nausea, continuano a non arrivare. Ma un dato positivo c'è: dal sottobosco dell'underground di casa nostra continuano a nascere progetti qualitativamente importanti, anche se spesso e volentieri rivolti a selezionate nicchie di pubblico. Si tratta quindi di un panorama che, nonostante tutto, vive di buona salute sul piano squisitamente artistico, e nel quale le belle sorprese non mancano mai. E per noi della redazione di DARKROOM Magazine scoprire (e di conseguenza portare.... |
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Recensione |
02-03-2009 : LUX ANODYCA |
I parmensi Lux Anodyca sono un quartetto nato nel 2006 per mano di Redux (amico del buon Angelo Bergamini e collaboratore dei Kirlian Camera dal 2007) e della moglie Claudia Morel, e l'autoprodotto "Alienica" rappresenta il primissimo parto ufficiale per questa nuova creatura del sottobosco nazionale. Gli stessi membri della band citano fra le proprie influenze gli amici Kirlian Camera (e le SPECTRA*paris di Elena Alice Fossi), assieme a nomi quali Current 93, Kraftwerk, Angelo Badalamenti, Swans, Sol Invictus, Massive Attack, Nick Cave etc., ed il sound di Lux Anodyca si rivela in effetti piuttosto vicino a certe cose dello storico.... |
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Recensione |
26-01-2009 : FAUSTO LEONETTI |
A volte accade che, anche all'interno di un ensemble rodato e compatto, la voglia di isolarsi per dare spazio alla propria interiore vena artistica sia un bisogno quasi fisico, oltre che intimo. Ciò non preclude la coesione, anzi, è un'ulteriore possibilità di metabolizzare le proprie idee per poi tornare nella creazione comune dei progetti. Nello specifico l'ensemble sono gli Infieri, e Fausto Leonetti, protagonista nella band romana nelle vesti di bassista e tastierista, cerca la propria piccola sfera di libertà autoproducendo le sei tracce di "Synthesis" senza escludere a priori il lavoro creato con il.... |
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Recensione |
12-01-2009 : AT THE FUNERAL OF MY VIOLET RABBIT |
Sul finire del 2007 facemmo la conoscenza del progetto At The Funeral Of My Violet Rabbit, e già allora, con l'uscita del secondo CDr "Al Funerale Del Mio Coniglio Viola", vi segnalammo l'artista triestino Morgan come uno dei nomi nuovi più interessanti del panorama ambient nazionale... Nel frattempo ci sono state un paio buone di uscite su compilation (la nostra, sempre scaricabile gratuitamente nell'apposita sezione, e l'ottima "Nikolaevka" della Palace Of Worms), e pian piano questo one-man-project dal curioso monicker ha cominciato a farsi conoscere nella cerchia dei seguaci delle sonorità oscure,.... |
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Recensione |
12-01-2009 : RED PAINTED RED |
Ad inizio ottobre del 2007 vi dicevamo da queste stesse pagine che il duo Red Painted Red, almeno a livello artistico, avrebbe potuto colmare il vuoto lasciato dai Portishead... Usciva all'epoca il primo di una trilogia di EP per Simon Carroll ed Yvonne Neve, e nascevano così, a sette anni dall'ultimo parto discografico dei disciolti Mantra (trio di cui gli artisti in questione facevano parte), i Red Painted Red. Oggi giungiamo all'attesa seconda parte di una trilogia che si concluderà in primavera (l'ultima parte includerà un box per contenere anche le altre due), rappresentata dall'EP "Preach": altri quattro.... |
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Intervista |
28-10-2008 : NAMENLOS |
Quando mi è arrivato "Sturmundrama", full-length autoprodotto dei nostrani Namenlos, ne sono rimasto immediatamente affascinato: industriale e marziale, ma anche rinascimentale e barocco, senza mai scomporsi o trascinarsi all'ascolto. Arrangiato tra le mura domestiche con grande dignità, ha la forza e la suggestione di catturare l'attenzione e mantenere alto il pathos per tutta la sua durata. Il progetto di Friedrich Lestat Namenlos (Federico) e di Siren Obscene (Sonia) è supportato dalla loro grande cultura musicale e da un prepotente senso per l'arte, e sta a loro rendere questa prerogativa un solido futuro.... |
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Recensione |
05-10-2008 : DUNWICH |
L'Italia può vantare una tradizione progressive gloriosa e ben radicata, ma, nonostante i lavori inerenti alla suddetta scena musicale continuino ad essere pubblicati a cadenza regolare, per essa sembra profilarsi un futuro sempre più oscuro ed incerto: il pubblico di casa nostra, infatti, preferendo dedicarsi a sonorità più facilmente fruibili, appare ormai disinteressato nei confronti di certe proposte, e pochissime sono quelle label che ancora hanno il coraggio di investire nei progetti nostrani (un nome su tutti: Black Widow). A fare le spese di questa penosa situazione sono talvolta proprio quei gruppi con una.... |
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Recensione |
05-10-2008 : TALISMANSTONE |
L'underground nostrano è un calderone in continuo fermento, un sottobosco brulicante di nuove realtà che, giorno dopo giorno, tentano di aprirsi una breccia in una scena spesso scarsamente ricettiva nei confronti delle proposte più ardite ed innovative. Il giovane duo ravennate, attivo da un anno, rientra di diritto in questa fitta schiera di musicisti, che, con fantasia ed ambizione, cercano di ritagliarsi uno spazio nella panorama musicale nostrano. I TalismanStone attingono ad un background ampio ed eterogeneo, che spazia dal dark al rock industriale, dal noise al goth, passando per la psichedelia e il postpunk..... |
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Recensione |
22-09-2008 : INFIERI |
Ancora una band italiana di cui mi trovo a scrivere, ancora un album magnifico di cui parlare, e ciò dovrebbe fare riflettere. Il nostro Paese vive di esotismi artistici, lasciando in un angolo realtà dai meriti ben maggiori. Per me è triste dover scrivere tra parentesi 'autoproduzione' quando la qualità dei prodotti è alta, eppure, a causa di un ambiente diventato superficiale, all'estremo oramai è la norma. Così i romani Infieri pubblicano l'ennesimo full-lenght di qualità senza una label che investa sulle loro idee, senza un marketing degno, senza promozioni per eventuali concerti..... |
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