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Recensione
05-01-2022 : NIGEL SAMWAYS
NIGEL SAMWAYS
Facciamo un passo indietro fino al dicembre dello scorso anno per parlare di questo nastro di Nigel Samways, autore inglese con all'attivo molte uscite edite nel corso di un decennio, in larga parte messe in circolazione in formati download e strutturate per mezzo dell'incrocio di field recordings rielaborati in studio. Questo "Temani" consta di quattro tracce, fra cui la più rappresentativa è sicuramente la lunga suite di apertura, enorme miscela di suoni e rumori che variano perpetui sistemati a mo' di collage in un flusso costante di immagini, ricordi e sensazioni. Il tutto prende forma con stralci melodici,....
 
Recensione
14-12-2021 : DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND
DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND
Facciamo un passo indietro fino allo scorso febbraio per parlare dell'ultima uscita discografica di Der Blutharsch. L'ex panzer austriaco procede ormai all'andamento di una pubblicazione all'anno con eventuali extra, tracciando una linea evolutiva tesa a variare i suoni, ma non gli schemi. Quel che salta all'orecchio al primo ascolto di "Rejoice" è la qualità delle strutture sonore, spesso sorrette da basi orchestrali ("Coming", "Darkness++") che ne rendono l'andamento epico e magniloquente, mentre dal lato opposto emerge un sound anni '70 stile primi Jethro Tull ("Darkness+",....
 
Recensione
14-12-2021 : OLD CASTLE
OLD CASTLE
Curioso trio estemporaneo composto da Robin Storey (già noto come Rapoon e membro di Zoviet France), Robert Pepper e Shaun Sandor, Old Castle nasce quando i tre compositori si sono incontrati a Brooklyn durante una performance: da lì vede la luce prima l'omonimo "Old Castle" del 2019, e poi questo "Welcome To Graceland". Il risultato è una sperimentazione trasversale che tocca gli stili dei tre autori unendo un mix di strumenti classici e folklorici, sovrapposti in melodie dissonanti che si mescolano creando un incrocio che ricorda il collage sonoro, come anche un rumore nato da linee tonali....
 
Recensione
14-12-2021 : PHILIP SULIDAE
PHILIP SULIDAE
Autore di molti nastri e CDr da una decina di anni a questa parte, l'australiano Philip Sulidae pubblica tramite la Sounds Against Humanity la tape "Tras-Seoladh Per Beechmore", uscita lo scorso maggio. Come di norma per questo autore, si tratta di field recordings e registrazioni rubate all'ambiente esterno e rielaborate in studio. L'album è diviso in due tracce corrispondenti ai due lati della cassetta, per la durata complessiva di poco meno di mezz'ora. Gli stralci di rumore presi dall'ambiente esterno sono minimali, costruiti su piccoli cenni che imbastiscono passaggi di musica concreta in cui è possibile....
 
Recensione
28-11-2021 : PACIFIC 231 - RAPOON
PACIFIC 231 - RAPOON
Ristampa di uno storico album datato 2007 e uscito al tempo per i tipi della nostra Old Europa Cafe, "Palestine" viene riproposto sia in vinile che in CD con copertina variata. Anche il contenuto ha subito modifiche: l'LP mantiene le due lunghe tracce dell'originaria versione standard in CD, mentre la ristampa in digitale vede l'aggiunta della traccia "Al Misr", inclusa solo nel mini allegato alla versione limitata del 2007 e messa a punto a quattro mani dai due autori, oltre ad altri due pezzi che risalgono al mini "El-Arish" del 2009 firmato dal solo Pacific 231. Passando al contenuto del disco,....
 
Recensione
16-10-2021 : IAN WILLIAMS
IAN WILLIAMS
Dopo due lavori di lunga durata usciti nel 2020, il compositore britannico Ian Williams torna con la sua etichetta Slaughterback per rilasciare il settimo album "All Becomes Desert", pubblicato in una bustina trasparente con artwork a parte, costituito da una cartolina raffigurante una foto scattata dal musicista stesso con la storica pellicola infrarossa a colori falsi Kodak Aerochrome. Le cinque tracce del dischetto sono per lo più improvvisazioni analogiche registrate direttamente su DAT, poi trasferite su di un setup moderno per processarle e mixarle, in cui il Nostro abbandona sia l'utilizzo del piano, sia quell'impiego....
 
Recensione
26-09-2021 : ARCHAIC SILENCE
ARCHAIC SILENCE
Esiste veramente un gruppo russo dedito a una sorta di rock sinfonico decadente e compassato volto ad omaggiare la mitologia nordica? Ebbene sì, e si chiamano Archaic Silence. Uscito lo scorso novembre in 500 copie, "The Land Of No Regrets" è un disco voluto fortemente dal cantate d'opera Evgeny Nikitin, baritono dalla voce profondissima che avvolge praticamente ogni singola nota del prodotto. L'album appare fondamentalmente come una sorta di concept non dichiarato sul folklore vichingo, quasi una sorta di viaggio epico e oscuro verso le terre innevate dei mitici Aesir, il tutto caratterizzato da brani piuttosto lunghi....
 
Recensione
31-08-2021 : MARK SEELIG
MARK SEELIG
In un arco temporale lungo sedici anni, a partire da quel "Disciple" autoprodotto nel 2005 (poi ristampato nel 2010 dalla Projekt), il musicista americano Mark Seelig giunge al terzo capitolo della sua "The Disciple Series", un anno dopo il ben accolto "The Disciple's Path". Si tratta anche del terzo lavoro che il Nostro firma da solo, in una discografia che, nell'arco di una ventina di uscite, lo ha visto per lo più condividere le sue opere con nomi del calibro di Byron Metcalf, Loren Nerell e Steve Roach. Realizzato in un essenziale digipack, questo nuovo capitolo vede Mark nuovamente alle prese coi....
 
Recensione
27-06-2021 : ERIK WØLLO
ERIK WØLLO
Ormai da tempo parte integrante del roster della blasonata Projekt, il compositore norvegese ne è in breve tempo diventato uno dei nomi di punta, forte di un'esperienza maturata in quarant'anni di dedizione alla ricerca sonora sia come musicista che nelle vesti di produttore. Ennesimo tassello in una discografia che supera i quaranta album pubblicati, "North Star" vede il veterano scandinavo alle prese con le fidate chitarre elettriche/synth, con le percussioni e col programming per creare gli otto episodi di un lavoro fra i più intimi dell'attuale fase della sua carriera, come l'iniziale "Arkipel" mette....
 
Recensione
05-06-2021 : CUCURBITOPHOBIA
CUCURBITOPHOBIA
L'ottava uscita messa a punto dal progetto dello statunitense Rob Benny spiazza col suo incipit, incarnato dalla lunga title-track che, coi suoi 17 minuti, occupa da sola più della metà del minutaggio complessivo: una suite dalle nervose, grezze ed ossessive meccaniche di derivazione metal, fra porzioni al limite del prog e l'apporto delle tastiere quale punto di contatto con l'immaginario horror che da sempre guida la scrittura di Cucurbitophobia. Un inizio inatteso, ma subito la seguente "The Reckoning" riporta in auge il respiro lugubre e cinematico della musica di Rob, lasciando che il piano si alterni con passaggi....
 
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